Il re italiano del rock torna a teatro per un nuovo tour: EDOARDO BENNATO LE VIE DEL ROCK SONO INFINITE
Una delle voci rock più inconfondibili del panorama musicale italiano, punto di riferimento dell’anticonformismo musicale e ideologico, Edoardo Bennato torna in concerto nei principali teatri italiani con un nuovo tour: “Le vie del Rock sono infinite”.
Credit Photo Daniele Barraco
In scaletta brani epici tratti dai concept album “Burattino senza fili” “Sono solo canzonette”, “Abbi dubbi”, “Le ragazze fanno grandi sogni”, “La fantastica storia del Pifferaio magico”, fino all’ultimo “Non c’è”.
Sul palco il pubblico ritroverà i temi che da sempre hanno caratterizzato le sue canzoni rendendole oggi profeticamente attuali: le contraddizioni della società, l’universo femminile, l’attenzione per il mondo in cui viviamo; il tutto accompagnato dalla sua pungente ironia attualizzata ed esasperata fino al paradosso.
Più di due ore di spettacolo nel quale confluiranno le due anime del cantautore: quella sarcastica, mai patinata o convenzionale, provocatoria, irriverente e l’anima sognatrice con melodie irresistibili che fanno ormai parte del nostro immaginario collettivo. Il filo conduttore? La sua grinta e il suo incredibile Rock!
On stage la Be Band, la formazione ormai consolidata, formata da Giuseppe Scarpato (chitarre), Raffaele Lopez (tastiere), Gennaro Porcelli (chitarre), Arduino Lopez (basso), Roberto Perrone (batteria).
LE DATE IN COLLABORAZIONE CON DIMENSIONE EVENTI
25 ottobre: RAVENNA Pala De André
1 novembre: PADOVA Gran Teatro Geox
9 novembre: TORINO Teatro Colosseo
16 novembre: BRESCIA Dis_play (c/o Brixia forum)
21 novembre: CATANIA Teatro Metropolitan
6 dicembre: VARESE Teatro di Varese
20 dicembre: ANCONA Teatro delle Muse
I biglietti di tutte le date sono in vendita: on-line su www.ticketone.it in tutti i punti vendita affiliati Ticket One
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Credit Photo Daniele Barraco
EDOARDO BENNATO (offiicial webiste www.bennato.net) ecco una sintesi della sua lunghissima carriera
Il cortile di Bagnoli, alla periferia di Napoli. E’ il classico cortile di periferia, in un’area, quella dei Campi Flegrei, dotata di immense ricchezze termali, archeologiche e paesaggistiche; tanto verde e persino un’isoletta, Nisida, congiunta alla terraferma attraverso un pontile artificiale. Ma anche con un’aria tossica, un cielo innaturale e il mare malato. La grande fabbrica, l’Italsider, ha inquinato l’ambiente rendendolo insano, desolato ed equivoco come quello di una metropoli disfatta dalle guerre industriali.
Quel cortile fu il primo palcoscenico di Edoardo.
E’ stata la madre ad assecondare le attitudini musicali di Edoardo, Eugenio e Giorgio mandandoli a lezione da un maestro di fisarmonica un giorno d’estate.
In quel periodo – eravamo nel cuore degli anni sessanta – alla melodia napoletana dei vari Sergio Bruni e Mario Abbate, Edoardo preferiva i suoni della nuova America come un ragazzo di New York, Londra o Milano. Il juke-box eccitava la sua fantasia. Elvis, Paul Anka e Neil Sedaka i suoi idoli.
Era il 1970, l’anno in cui furono pubblicati i primi due quarantacinque giri di Edoardo Marylou e 1941.
Seguì, dopo una decina di mesi, il terzo, Good bye Copenaghen, tutti incisi per la Numero Uno. Nel 1973 pubblicò il suo primo album Non farti cadere le braccia con la produzione di Sandro Colombini; in un primo momento, l’album doveva chiamarsi L’ultimo fiammifero perché la copertina riproduceva una scatola di Minerva con un solo cerino. Alla realizzazione dell’album parteciparono, fra gli altri, Roberto De Simone, il fratello Eugenio e Patrizio Trampetti che in quello stesso periodo stavano lavorando al progetto della Nuova Compagnia di Canto Popolare.
Nel 1974 Edoardo realizzò un altro album, I buoni e i cattivi, perfettamente in sintonia con il clima che si stava instaurando. Il nuovo disco ironizzava beffardamente sulla cultura manichea del perbenismo borghese. Chi sono i buoni? Chi sono i cattivi? Emblematica la copertina dell’album che raffigura due misteriosi gendarmi, inquadrati di spalle, vicendevolmente ammanettati. Pochi sanno che i due erano Raffaele Cascone e lo stesso Edoardo.
Preceduto dal singolo Meno male che adesso non c’è Nerone, uscì nella tarda primavera del ’75, il terzo l.p. intitolato Io che non sono l’Imperatore, un altro concept-album. Edoardo sbeffeggia i potenti prendendo di mira perfino il Papa Paolo VI a cui dedica un brano Affacciati, affacciati registrato dal vivo alla Bocconi di Milano durante un concerto gratuito organizzato dal movimento studentesco. Grande interesse suscitò la copertina del disco su cui era riportato il progetto di Edoardo sulla metropolitana napoletana messo a confronto con quello del Piano Regolatore predisposto dal Comune di Napoli.
Sulla copertina dell’omonimo album, pubblicato nel 1976, La Torre di Babele è raffigurata da un’impalcatura composta da un centinaio di soldatini, ognuno appartenente ad un periodo storico, dall’uomo primitivo armato di clava, fino all’astronauta. La Torre, che nella Genesi rappresenta la massima espressione dell’orgoglio umano, diventa, nel certosino disegno di Edoardo, un emblematico monumento alla guerra e alla violenza perpetrata nei secoli dall’uomo contro la natura e i suoi simili. Intorno a questo tema ruotano i nove brani dell’album da Viva la guerra a Franz è il mio nome, da Quante brave persone a Venderò. Ma in quest’album Edoardo ironizzava anche su se stesso nel brano Cantautore.
Sempre nel 1976, Edoardo suonò per la prima volta al Montreux Jazz Festival (ci tornerà nel 1992 con i Blue Stuff sotto le mentite spoglie di Joe Sarnataro). Successivamente fu impegnato nel primo tour europeo che fu preparato dalla diffusione delle versioni in inglese di Cantautore e La torre di Babele, diventate rispettivamente Rock’n’roll hero e Tower of Babel.
Ed eccoci al 1977, l’anno di Burattino senza fili, un lavoro discografico che costituisce la sintesi di tutto quanto maturato negli anni precedenti. La favola (di Pinocchio) diventa un mezzo assai efficace per parlare alla gente semplificando i discorsi, rendendoli didascalici, senza apparire saccenti come il grillo parlante. In questa chiave Mangiafuoco è il potere, che appena nasci ti lega ai suoi fili e ti governa a suo piacimento. Il gatto e la volpe sono i suoi consapevoli o inconsapevoli servi.
In una mattinata di metà marzo del 1980 un colossale TIR con targa belga si fermò davanti allo stabilimento milanese della Ricordi e tra lo stupore generale furono scaricati quintali di casse contenenti le duecentomila copie di Uffà, Uffà, il nuovo album di Edoardo Bennato.
I Supercritici si scatenarono: considerata la lunga assenza dal mercato, durata circa tre anni, il nuovo disco sembrava povero-povero, senza contenuti, quasi raffazzonato.
Brano come Li belli gladioli, una specie di salmo cantato in un allucinante stile chiesastico o come Sei come un juke-boxe provocarono disorientamento. Altri sembravano assolutamente ermetici come Avete capito o no, un blues in cui Edoardo cantava anche: “Ma dove sta scritto? Ma chi l’ha deciso’ E’ una regola, è una convenzione. Si era sempre fatto uno per volta… ah … e invece a me piace due per volta…”.
L’immensa popolarità di Edoardo fu misurata durante una tourneè trionfale che, primo fra gli italiani, lo vide approdare allo stadio S.Siro di Milano per un memorabile concerto davanti a 70.000 persone e che successivamente lo portò di nuovo in Europa, con gli entusiasmanti concerti all’Hallenstadium di Zurigo e al Prater di Vienna.
Nel 1983 arriva l’accoppiata l.p. + mix di E’ arrivato un bastimento, album questa volta ispirato alla favola del Pifferaio magico e prodotto da Garland Geffreys che missa l’album al Power Station di New York.
Un anno dopo viene pubblicato il primo live intitolato E’ goal come l’omonimo pezzo che diventa la sigla della popolare trasmissione televisiva “La domenica sportiva”. L’anno successivo, siamo ormai nel 1985, porta la pubblicazione di Kaiwanna che segna una svolta nella carriera di Edoardo, che si spinge decisamente verso l’elettronica.
O.K. Italia è il titolo dell’album pubblicato nel 1987, un disco che racconta una realtà nazionale in apparente espansione economica, ma in forte crisi di valori. Nell’album è contenuto il brano La città obliqua che ancora porta Edoardo, laureatosi in architettura, a parlare della sua Napoli. Dal c.d. sono tratti due videoclips; segue una lunga stagione di concerti che propiziano l’uscita del secondo disco live dal titolo Edoardo ed un longform video che ne immortala il successo. A chiusura di quest’anno particolarmente proficuo, Edoardo suona all’Apollo Theater nel cuore di Harlem a New York.
L’amore per il rock’n’roll impregna l’album pubblicato nel 1989 Abbi dubbi, in cui W la mamma è il brano più noto, essendo rimasto in classifica per quattordici settimane, ma in cui spiccano per contenuto e forma brani come ZEN, Vendo Bagnoli, La chitarra e Abbi dubbi.
L’anno successivo è quello dei mondiali di calcio ed Edoardo, da sempre calciatore praticante, vive l’evento da protagonista incidendo con Gianna Nannini la sigla del campionato Un’estate italiana, il cui 45 giri rimane in testa alle classifiche per quattro mesi oltre a fare il giro del mondo.
Nello stesso anno viene pubblicata la raccolta Rinnegato, un album in cui Edoardo ripropone molti brani del suo ormai consistente repertorio in chiave rigorosamente unplugged e precorrendo ancora una volta le tendenze future.
A dodici anni di distanza Edoardo pubblica ancora una volta due album nello stesso anno. Questa volta però la sorpresa sta nel fatto che il primo dei due c.d. viene pubblicato sotto lo pseudonimo di Joe Sarnataro. Esce così E’ asciuto pazzo ‘o padrone in cui Edoardo è accompagnato dai Blue Stuff, poderosa blues band napoletana. I brani, tutti cantati in napoletano, parlano ancora di Napoli, dei suoi problemi, della sua lasciva classe dirigente e della rassegnazione della sua gente. Quando l’album viene pubblicato nessuno pensa che brani come Sotto viale Augusto, ‘Obilloco l’acqua e Vutammo pe’ te di li a poco diventeranno di stringente attualità a seguito della Tangentopoli napoletana.
Dopo poche settimane viene pubblicato anche Il paese dei balocchi in cui spiccano brani come Se non ci fosse lei e Tutto sbagliato baby e presenze musicali di peso come quella di Bo Diddley, un altro grande bluesman americano che ha suonato con Edoardo, così come avevano fatto B.B. King e Jeff Healey.
Nel 1993 viene pubblicato il video-album antologico Persone Pulite, dal titolo ironico che ben si ricollega all’attualità della tangentopoli italiana.
L’anno dopo arriva Se son rose fioriranno una grande produzione discografica che vede la collaborazione di Guido Elmi, in qualità di produttore artistico, e di due grandi musicisti come Kenny Aronoff e Steve Farris che conferiscono all’album una gradevole atmosfera dove le ballate acustiche come Milano e La fiera dei buoni sentimenti si fondono con il blues di brani come Meglio Topolino.
Nel 1995 esce Le ragazze fanno grandi sogni. L’album più sofferto di Edoardo, sicuramente uno dei più belli.
Dieci canzoni scritte di getto che sono un omaggio al mondo femminile, canzoni che ripercorrono territori onirici come Afferrare una stella o la title-track Le ragazze fanno grandi sogni e che esplorano i meandri oscuri della pazzia come Elogio alla follia o Cerco il mio amore. Un disco che esprime il più classico fra i sentimenti ispiratori delle canzoni di tutti i tempi: l’amore.
Dopo due anni di intensa attività dal vivo con il quartetto d’archi Solis String Quartet, nasce, nel 1996, Quartetto d’Archi: una raccolta di sedici brani registrati e riarrangiati che evidenziano la particolare adattabilità del repertorio dell’artista in chiave classica.
Nell'ottobre 2005 viene pubblicato l'album "La Fantastica Storia del Pifferaio Magico". Uscito per Warner Music, rappresenta il terzo episodio di un'ipotetica trilogia di favole-rock che hanno fatto di Edoardo uno degli artisti italiani piu' amati di sempre. Il Pifferaio de "La Fantastica Storia del Pifferaio Magico" segue a distanza di anni il Pinocchio di "Burattino senza Fili" ed il Peter Pan di "Sono solo Canzonette".
Questo nuovo disco ha però, a differenza degli altri due , una sua caratteristica UNICA: per la prima volta IN ASSOLUTO in Italia, Edoardo e' riuscito con l'aiuto di 18 grandi artisti che hanno collaborato con lui al progetto a realizzare la PRIMA OPERA ROCK italiana. "La Fantastica Storia del Pifferaio Magico" non è, infatti, un album di duetti ma una vera opera rock nella quale gli artisti hanno partecipato al progetto interpretando alla loro "maniera" e con il loro personale stile i brani di Edoardo, realizzando un progetto di grande spessore artistico non solo musicale ma anche culturale.
“La Fantastica Storia Del Pifferaio Magico” contiene oltre al cd anche un DVD (senza aumento di prezzo) con la favola del pifferaio in chiave moderna, raccontata da Maurizio Trombini (voce ufficiale della trasmissione cult di Italia Uno "Lucignolo") e un off-stage delle registrazioni del disco con interventi di Edoardo e di tutti gli artisti coinvolti.
Nel maggio 2006 è stato pubblicato il singolo NOTTE DI MEZZA ESTATE scritto a quattro mani insieme ad Alex Britti. Il singolo ed il tour che ne è seguito hanno ottenuto un grande consenso da parte di pubblico e critica. Il brano NOTTE DI MEZZA ESTATE è diventato in pochissimo tempo uno dei maggiori successi dell'estate 2006.
Dal 2007 al 2009 Edoardo è impegnatissimo nella produzione del nuovo disco, il primo prodotto insieme a un produttore del calibro di Fabrizio Barbacci. Il disco, in uscita il 5 marzo 2010, si intitola LE VIE DEL ROCK SONO INFINITE e vede Edoardo ritornare su sonorità tipiche al suo stile, spontaneo rock e cantautorale. Il disco inoltre è il primo dato alle stampe per Universal Music.
Il primo singolo estratto dal nuovo cd s’intitola E’ LEI, premiato con il Premio Mogol, ed ha raccolto un’ottima accoglienza da parte di tutti i network radiofonici. Questo incoraggiante successo di ascolti porta l’organizzazione del Festival di Sanremo ad invitare Edoardo come superospite sul palcoscenico della 60esima edizione del festival, dove il nostro eroe si esibisce in una toccante versione rock del brano di Luigi Tenco CIAO AMORE seguito da un medley dei alcuni suoi grandi successi.
Nel 2010 pubblica il live “MTV Classic Storytellers” (CD+DVD), registrazione del concerto tenuto presso le Officine Meccaniche di Milano, con la partecipazione di ospiti come i Finley, Roy Paci, Giuliano Palma & The Bluebeaters e Morgan.
Nel 2011 esce il singolo “La mia città” , dedicato alla sua Napoli, un progetto indipendente nato dall'incontro del cantautore partenopeo con Lorenzo Suraci, presidente di RTL 102.5.
Nello stesso anno presenta con grande successo la canzone "Italiani" durante il Concerto del I maggio di piazza San Giovanni a Roma. L'esibizione dell'artista iniziata con L'Isola che non c'è, è proseguita appunto con il suo inedito sul 150º dell'Unità d'Italia e si è chiusa con Rinnegato.
Nello corso del tour di quell'anno vengono poi registrati alcuni concerti che porteranno alla realizzazione di un CD più DVD dal titolo “Canzoni tour”.
Nel 2012 scrive “Ma quale musica leggera” per Loredana Bertè, brano nel quale Bennato suona anche l'armonica, e reinterpreta uno dei suoi successi “Meno male che adesso non c'è Nerone” insieme al rocker Pino Scotto.
Nel 2013, oltre all'attività live che lo ha anche riportato in tour in Austria, Svizzera e Germania, inizia a lavorare all'allestimento del nuovo musical "Pinocchio il paese dei balocchi", sulla scia del successo del precedente “Peter Pan – il musical”.
Nel 2014 proporrà una nuova veste per i suoi concerti, che comprenderanno anche alcuni eventi tra cui la partecipazione al “Festival dei 2 mondi” di Spoleto, in cui sarà accompagnato dalla band e dal quartetto d'archi “Quartetto Flegreo”, unendo così strumenti classici a quelli ritmici ed elettrici per un sound memorabile.
A fine ottobre 2015 esce l’album di inediti: ‘Pronti a salpare’, 14 brani che come sempre riescono a fotografare con sarcasmo e ironia la società in cui viviamo. Il brano che da titolo all'album vince nel 2016 il premio Amnesty International.
Edoardo Bennato è ancora in piena fase creativa: nell'estate 2019 è uscito il singolo 'Ho fatto un selfie' e nell’aprile di quest’anno, in pieno lockdown per il Covid, il brano realizzato con il fratello Eugenio ‘La realtà non può essere questa’, seguito poi dall’album ‘Non c’è’ pubblicato il 20 novembre 2020 (di cui alleghiamo la cartella stampa)
Il 2020 è stato anche l’anno che ha visto la pubblicazione di un nuovo libro scritto da Edoardo dal titolo: ‘Girogirotondo – Codex Latitudinis’ un lungo un viaggio all’interno delle contraddizioni di un Occidente oggi più che mai costretto a ripensare se stesso e del suo ultimo album ‘Non c’è’ in versione CD e doppio vinile.
Nel 2021, a 45 anni dalla sua pubblicazione, Sony Music/Legacy Recordings rilancia uno dei più grandi capolavori della discografia rock italiana: LA TORRE DI BABELE, album iconico della carriera di EDOARDO BENNATO e punto di riferimento dell’anticonformismo musicale e ideologico del 1976, in una speciale edizione celebrativa con la rimasterizzazione dei nastri originali e con 16 brani live del '76 e '77.
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